Ritengo che la terapia sia un processo di cambiamento molto delicato e complesso, che passa dall’imparare a osservare e accettare tutte le parti di sé sentendosi al sicuro all’interno della relazione terapeutica. Nella relazione si devono ‘co-creare’ le condizioni ottimali di fiducia perché la persona possa svolgere dentro di sé questo processo (intrasoggettivo) mentre entra in contatto con un’altra persona in uno spazio (intersoggettivo) accogliente e sicuro. Il processo di cambiamento che avviene in terapia comporta la variazione di numerosi aspetti nel vivere la propria emotività, nel comportamento, nel modo di relazionarsi agli altri e nel funzionamento neurofisiologico dell’organismo. Tale cambiamento, per essere sostenuto e mantenuto anche dopo il termine della psicoterapia, deve avvenire in un arco di tempo sufficiente a fare propri gli strumenti acquisiti nel corso del processo terapeutico.
Nella terapia corporeo-relazionale la persona viene aiutata a conoscersi tramite la parola ma anche tramite l’osservazione e l’espressione corporea.
Il metodo terapeutico con cui mi sono formato all’interno della scuola di specializzazione in psicoterapia IIFAB di Roma coniuga l’analisi bioenergetica di Lowen con l’approccio psicoanalitico relazionale. In seguito ho approfondito la psicoterapia della Gestalt, lo studio dell’enneagramma e degli enneatipi e vari metodi e strumenti (come l’utilizzo della musica, la danza e il movimento libero, la meditazione vipassana, le escursioni esperienziali nella natura) inscrivibili in un approccio ‘arteterapeutico’ di psicoterapia esperienziale. Lo scopo della psicoterapia esperienziale è quello di avvicinare la persona ad un’esperienza di pura consapevolezza, immersa nel qui e ora, lontana dagli automatismi della mente. Si avvale di varie tecniche arteterapeutiche in cui il terapeuta accompagna l’individuo nell’esperienza, secondo la sua specifica necessità del momento, ‘sviscerata’ nella relazione terapeutica. Sempre in quest’ultima poi avverranno le opportune rielaborazioni dell’esperienza in modo da ricercare un’integrazione nel proprio funzionamento organismico in relazione al sè e all’altro da sè.
La moderna comprensione della relazione psicoterapeutica nel suo qui e ora deve molto al nucleo fondamentale raggiunto dai mistici di tutte le grandi tradizioni spirituali.
In particolare il fatto che non esista separazione, che la relazione si crei nel momento presente tra le due o più polarità che interagiscono.
Nulla è, ‘esiste’, di per sé; tutto è solo in virtù della sua interrelazione con l’altro da sé.
Questa consapevolezza porta ad accorgersi di quando la diade terapeuta-paziente evita di stare nel momento presente, crea separazione per paura di aprirsi alla relazione come conseguenza di una strutturazione caratteriale insita nello sviluppo della personalità.
Anche il terapeuta, essendo umano, può venir meno al qui e ora della relazione e la sua abilità, data dall’aver già svolto su di sè un sufficiente lavoro esperienziale e una sua rielaborazione, sta in questo caso nel non peccare di superbia ma ammettere umilmente il proprio errore, vivendolo come possibilità di uscire da questo distanziamento che in fondo può permettere l’avvicinamento.
La relazione allora dovrà passare da rotture e ricuciture del rapporto in modo che si sviluppi quella fiducia fondamentale per aprirsi liberamente all’altro, riuscendo a ritrovare poi il proprio confine. Confini che nella relazione bisogna poter allentare per poter vivere la relazionale ma poi anche ritrovare in sicurezza per non essere travolto dall’esperienza.
Questa fiducia che mano mano si sviluppa, in parallelo alla consapevolezza del processo relazionale, porterà ad una sicurezza nel poter compiere lo stesso processo in qualsiasi tipo di relazione, perchè alla fine anche la relazione più patologica è una possibilità per metterci in gioco e per conoscere parti di sè che tendiamo a nascondere.
Per approfondimenti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Psicoanalisi_relazionale
https://iifab.org/analisi-bioenergetica/cosa-e-l-analisi-bioenergetica
https://www.cstg.it/centro-studi-terapia-della-gestalt/la-terapia-della-gestalt/
Bibliografia essenziale:
- Il corpo nella prospettiva relazionale – Aron e Sommer Anderson
- Destare il sognatore – Philip Bromberg
- La regolazione degli affetti e la riparazione del sè – A.N. Schore
- Analisi del carattere – W. Reich
- La spiritualità e il corpo – A. Lowen
- Bioenergetica – A. Lowen
- Il linguaggio del corpo – A. Lowen
- Il piacere – A. Lowen
- L’oltre e l’altro – Arte come terapia – N. Cattich, G. Saglio
- Per una gestalt viva – C. Naranjo
- Carattere e nevrosi – C. Naranjo
- La via del silenzio e la via delle parole – C. Naranjo
- La identificazione proiettiva e la tecnica psicoterapeutica – T.H. Ogden
- L’enneagramma delle idee sacre – A.H. Almaas